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È un mistero e un miracolo insieme che il libro d'esordio di Alba de Céspedes, firmato nel 1935 da una scrittrice ancora ventiquattrenne, non abbia mai avuto in tanti decenni neppure una riedizione e anzi ne siano sopravvissute pochissime copie originali, pressoché introvabili nelle librerie antiquarie. Se forse in passato fu la stessa de Céspedes, nella sua lunga e gloriosa navigazione verso lidi letterari di immenso valore, a voler accantonare quella che magari considerava un'opera giovanile ancora un po' acerba, oggi, finalmente, ai lettori è data la fortuna di voltare lo sguardo indietro e lasciare che la nebbia del tempo si dissolva sotto i loro occhi. E ciò che appare è un tesoro lucente e prezioso: diciotto brevi racconti che la prima edizione, con il termine amabile e vagamente desueto di "novelle", presentava come narrazioni immaginarie che prendevano spunto da episodi realmente accaduti. C'è da crederci: si tratta infatti di situazioni d'amore, scene familiari, o perfino buffe vicende forse lette sul giornale che mostrano in nuce tutta la grandezza di uno dei massimi nomi del Novecento letterario italiano. Prefazione di Loredana Lipperini.